
Abiti che accolgono il corpo
07 Aprile 2025
Per troppo tempo abbiamo intrappolato i nostri corpi in regole rigide, in categorizzazioni che ci dicono cosa possiamo e non possiamo indossare in base alla nostra forma, alla nostra età, alla nostra taglia.
Ci è stato insegnato a scegliere abiti per “correggere” i nostri difetti, per “slanciare”, per “armonizzare”, come se il nostro corpo avesse bisogno di essere sempre aggiustato.
Ma cosa accadrebbe se capovolgessimo questa prospettiva? Se, invece di cercare di adattarci agli abiti, trovassimo abiti che si adattino a noi? Che ci accolgano senza giudizio, senza volerci costantemente cambiare?
Questo è l’approccio che guida Mi Abito, un percorso che non prescrive regole, ma offre strumenti per riconoscere ciò che ci fa stare bene, liberandoci da standard esterni.
Vestirsi senza imposizioni: ascoltare il proprio corpo
Ogni corpo è unico, non solo nella sua struttura, ma anche nelle sue sensazioni, nei suoi bisogni, nei suoi movimenti. Un abito non dovrebbe mai limitare, costringere o mortificare. Al contrario, dovrebbe accogliere il corpo con rispetto e gentilezza, adattandosi ai suoi cambiamenti e al suo modo di esprimersi.
Questo significa che non esistono capi “giusti” e “sbagliati”. Non esistono modelli da seguire per forza. Esistono, invece, domande fondamentali:
Come voglio sentirmi nei miei vestiti? Che sensazione mi trasmettono quando li indosso? Come interagiscono con il mio corpo?
Non è più la moda a dire cosa dovremmo indossare, ma siamo noi a riscoprire cosa ci fa sentire bene, cosa ci fa sentire rappresentatə, cosa ci permette di muoverci nel mondo con libertà.
Oltre le regole del “dovresti”
Le regole della moda tradizionale parlano spesso il linguaggio del dovere: dovresti mettere questa forma di pantaloni per slanciare. Dovresti evitare questo colore perché non ti valorizza. Dovresti nascondere questa parte del corpo.
Ma chi decide cosa è giusto per noi, cosa davvero “dovremmo” fare? La bellezza è un’esperienza soggettiva. Non tutte le persone desiderano “slanciare” la propria figura, non tutte le persone vogliono “armonizzare” le proporzioni.
Mi Abito propone un modo nuovo di guardare a sé stessə e ai propri vestiti: nessuna imposizione, solo strumenti per conoscersi meglio.
Si tratta di lasciare andare l’idea che ci sia un solo modo di stare bene nei vestiti e aprirsi alla possibilità che la moda possa essere un linguaggio libero, creativo e personale.
L’importanza della vestibilità: non è la taglia che conta
Uno degli ostacoli più grandi tra noi e un guardaroba che ci accoglie è il concetto di taglia. Siamo abituatə a pensare che trovare l’abito giusto significhi trovare “la nostra taglia”, ma questa è una semplificazione che non tiene conto di quanto ogni corpo sia diverso.
Ciò che conta davvero è la vestibilità, la sensazione che un capo ci dà quando lo indossiamo. Può essere una giacca che ci fa sentire sicurə di noi, una camicia che ci avvolge nel modo giusto, un pantalone che non stringe ma sostiene. Vestibilità non significa “seguire le forme del corpo” in senso restrittivo, significa assecondare il modo in cui il corpo vive i capi.
Nel percorso Mi Abito, non si cerca di incasellare nessunə in una categoria di vestiti predefiniti. Si esplora la relazione tra corpo e abiti, con l’obiettivo di trovare forme e tessuti che facciano sentire bene chi li indossa, senza stress e senza forzature.
Creare un guardaroba che rispetti chi sei
Vestirsi è un atto quotidiano, ma è anche un atto di espressione personale. È un modo di raccontare chi siamo e di prenderci cura di noi stessə. Eppure, spesso ci ritroviamo con un armadio pieno di vestiti che non ci fanno sentire bene, che abbiamo scelto perché “andavano di moda” o perché “stavano bene su altrə”.
Un guardaroba che accoglie il corpo è un guardaroba costruito su misura per chi lo abita. Questo non significa necessariamente avere solo capi sartoriali, ma significa scegliere abiti che sappiano dialogare con la nostra realtà, che ci accompagnino senza costringerci.
Nel percorso Mi Abito si impara a:
- Decostruire le regole rigide che ci impongono come vestirci;
- Ascoltare il proprio corpo e le proprie emozioni nella scelta degli abiti;
- Costruire un guardaroba che sia uno spazio di accoglienza, non di costrizione;
- Sperimentare nuove forme e materiali senza paura del giudizio.
Un nuovo approccio alla moda: inclusione e libertà
Quando un abito accoglie il corpo, non lo giudica. Non lo modifica, non lo nasconde. Lo veste così com’è, lo accompagna nei suoi movimenti, lo celebra senza condizioni.
L’approccio di Mi Abito alla moda è inclusivo perché non si basa su categorie rigide, ma sul rispetto per la diversità di ogni persona. Qui non si parla di corpi che devono conformarsi alla moda, ma di moda che si adatta ai corpi, alle personalità, alle storie di chi li abita.
Vestirsi dovrebbe essere un piacere, non un’esigenza dettata da regole esterne. Il percorso Mi Abito aiuta a riconquistare questa libertà, a fare pace con i propri abiti, a scegliere cosa indossare non per dovere ma per desiderio.
Perché alla fine, la moda più bella è quella che ci permette di essere noi stessə, senza compromessi e senza maschere.
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