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Perché non parlo di sostenibilità

Perché non parlo di sostenibilità: la rivoluzione della moda etica e creativa attraverso l’Upcycling

Nel mondo sempre più consapevole in cui viviamo, la moda etica e responsabile sta emergendo come una forza trainante nella trasformazione dell’industria dell’abbigliamento. 

Spesso ci si sofferma sulla parola ‘sostenibilità’ e questo concetto sembra essere irrinunciabile, assoluto e veritiero. 

Ma io ho deciso di non utilizzare mai la parola “sostenibilità”, non parlo di sostenibilità,  il mio Brand non si identifica con questo termine e io non definisco la mia moda “sostenibile”.

No, vogliamo esplorare qualcosa di più audace, più creativo, e soprattutto, più realistico come, per esempio, l’upcycling.

Quando la sostenibilità diventa vuota

La parola “sostenibilità”, in molti casi, è diventata un cliché, una tappa obbligatoria per ogni brand che cerca di dimostrare la sua consapevolezza ambientale. 

Ma cosa significa davvero essere sostenibili? Può la moda essere davvero sostenibile?

Spesso, ciò si traduce semplicemente nel ridurre l’impatto ambientale attraverso l’utilizzo di materiali riciclati o eco-friendly. Tuttavia, questo non basta più. Non basta produrre tessuti derivanti dal riciclo di bottiglie di plastica se poi, per esempio, non abbiamo certezze sui processi di smaltimento e il loro eventuale impatto ambientale.

L’upcycling si pone come una risposta radicale a questa banalizzazione della sostenibilità, offrendo una via alternativa più audace e creativa.

L’Upcycling come manifesto di creatività

L’upcycling non è solo un termine di moda; è un atto di ribellione contro il consumismo e la produzione di massa. Rigenerare materiali esistenti e dare loro una nuova vita non solo riduce il nostro impatto ambientale ma si trasforma anche in una forma d’arte. 

Immaginiamo di trasformare vecchi tessuti, abiti e accessori in opere d’arte portabili. L’upcycling non solo risparmia risorse, ma celebra anche l’unicità e la creatività, rendendo ogni pezzo unico e irripetibile.

Rompere gli stereotipi della moda

La moda etica spesso si trova intrappolata nei confini della prevedibilità. L’upcycling, al contrario, ribalta gli stereotipi e sfida le convenzioni. Questa pratica mette in discussione la concezione tradizionale di moda e dimostra che l’etica può essere al passo con la moda senza sacrificare il pianeta che ci ospita. 

È una risposta coraggiosa contro l’omologazione, un modo per dichiarare che la moda può essere senza tempo, senza stagione e soprattutto, senza compromessi.

Storie da raccontare

Ogni pezzo upcycled racconta una storia. Dai jeans consumati e trasformati, al vestito vintage rivisitato e la camicia ricreata, ogni cucitura, ogni patch, ogni strappo racconta una parte della sua storia. 

Questi vestiti non sono solo indumenti; sono cronache ambulanti, testimonianze della nostra capacità di reinventare, rinnovare e riportare in vita

L’upcycling non è solo un atto di creazione; è anche un atto di narrazione, un modo di comunicare il nostro impegno per un futuro più sostenibile attraverso le storie che indossiamo.

L’Upcycling come rivoluzione culturale

La cultura dell’Upcycling va oltre l’abbigliamento. È una mentalità che si riflette nelle nostre abitudini di consumo quotidiane. Promuove la consapevolezza dell’ambiente e incoraggia la creatività. 

È una rivoluzione culturale che invita le persone a vedere oltre il consumismo sfrenato e a trovare bellezza nelle cose già esistenti. L’upcycling è una dichiarazione di indipendenza dalla cultura dello scarto e una celebrazione della diversità.

Quindi, invece di ripetere la parola “sostenibilità” come un mantra vuoto, abbracciamo l’upcycling come un modo radicale di reinventare la moda. 

È un’opportunità per sfidare lo status quo, esplorare nuove dimensioni della creatività e, soprattutto, riaffermare il nostro impegno per la cura e la salvaguardia del mondo. 

Lasciamo che la moda etica e responsabile non sia solo un’etichetta, ma un movimento che sfida, ispira e trasforma. 

Informiamoci, studiamo, osserviamo, leggiamo (a tal proposito, consiglio la lettura di questo libro: “I vestiti che ami vivono a lungo” di Orsola de Castro)

L’upcycling è la chiave per aprire la porta a un futuro dove la moda non è solo bella ma anche significativa.

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Simona Barboni
info@simonabarboni.com

Stilista, creativa e artigiana: creo abbigliamento su misura, do nuova vita ai capi e eseguo riparazioni sartoriali e creative. Promuovo la moda etica e responsabile.

1 Comment
  • Pingback:L'essenza dell'etica nella moda artigianale - Simona Barboni
    Posted at 10:09h, 12 Agosto Rispondi

    […] Per me l’etica è importantissima e questo termine nella mia attività è molto più di una parola, è una guida costante in ogni mia azione. Ho scelto etica al posto di “sostenibilità” e se vuoi sapere perché ho fatto questa scelta, leggi QUI. […]

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